E mail spedite dai partecipanti Pubblicato su concessione dell’Unione Campeggiatori Bresciani Viaggio in Libia 26 dicembre 2008 - 19 gennaio 2009
Stupendo! Meraviglioso! Incantevole! Queste le espressioni che più frequentemente sono affiorate sulle nostre labbra di fronte allo spettacolo sempre nuovo e particolare che abbiamo visto recentemente nel deserto della Libia. Che si trattasse di un viaggio speciale, di una immersione nell’avventura, lo si era intuito dalla presentazione di Camillo e Franca organizzatori e apprezzabili compagni di viaggio che, fin dal primo momento, ci hanno contagiato con il loro entusiasmo. Certo ora, ad esperienza conclusa, possiamo dire che la curiosità, così abilmente stuzzicata, si è davvero saziata di emozioni fortissime percorrendo e visitando luoghi tanto insoliti e singolari per la loro bellezza. E che al fascino del deserto davvero sia difficile resistere, come tanta letteratura sostiene, ne abbiamo avuto conferma sul molo di Civitavecchia quando, per l’imbarco, ci siamo trovati accanto a decine e decine di altri camperisti, come noi pronti a tuffarsi nell’avventura in terra d’Africa. Questo viaggio, per noi che lo abbiamo affrontato per la prima volta sia come meta, sia come esperienza di gruppo, è stato davvero speciale. Un vero crescendo di emozioni! Un viaggio impegnativo certo per i lunghi spostamenti, ma assolutamente appagante che ci ha consentito, come desideravamo, di immergerci totalmente in una natura incontaminata assaporandone via via le sfumature. Il deserto ha sollecitato tutti i nostri sensi regalandoci tanta serenità! Ci ha stupito, confuso, stordito, per la sua spettacolarità, per i suoi contrasti, per le armoniose sintesi di asprezza e dolcezza che in molti momenti ci hanno lasciato davvero senza parole. Dormire sotto i suoi cieli stellati ascoltando il silenzio e la voce del vento; respirare la sua pace; salutare la freschezza e la luminosità dell’alba in un anfiteatro naturale; perdere lo sguardo su un orizzonte lattiginoso in cui si intravvedono i contorni vaghi di altre meraviglie; ammirare lo spettacolo incredibile della sua fioritura; osservare le pitture rupestri dei nostri antichi progenitori; assistere come in una visione all’improvvisa comparsa di un gregge di capre e di un bambino in bicicletta; pranzare amichevolmente all’ombra delle acacie o fra rocce che sono state l’antico letto di un fiume; perdersi nel tramonto dall’alto delle dune sprofondando nella sabbia impalpabile; ascoltare intorno al fuoco serale le canzoni Tuareg; gioire con gli altri condividendo momenti che ci hanno fatto sentire parte di un unico meraviglioso progetto, sono cose che non potremo dimenticare e che già abbiamo riposto tra i ricordi più cari. Tanto più consapevoli che una simile esperienza, soprattutto rispetto alle tante persone incontrate è il privilegio dei fortunati, il lusso di chi può vedere il meglio del deserto senza patirne la durezza! Con i compagni del gruppo “ Super Otto “ come scherzosamente ci ha ribattezzato Leila in onore della nostra mascotte a quattro zampe, abbiamo passato momenti davvero piacevoli a cui ripensiamo con un po’ di nostalgia. E’ bello ricordare Franca e Camillo, che quotidianamente ci auguravano il buon giorno invitandoci all’ottimismo e inneggiando all’ amore; Aldo e Franca sereni e cordiali, “barman” nelle numerose soste; Angela e Pino generosi e disponibili che ci hanno viziato con i loro dolcetti, i panzarotti e addirittura col servizio a domicilio; Aurelio e Caty che ci hanno divertito con le battute frizzanti per svegliarci dal torpore dei lunghi trasferimenti; Fiorella e Gigi in continuo movimento con l’inseparabile Otto; Giuliana e Gigi gli esperti che ci davano ragguagli tecnici sulle coordinate GPS; Antonio e Carmela compagni riservati ed affabili; Anna e Paolo sensibili e attenti con i quali abbiamo condiviso le emozioni più intense dei giorni del deserto; Bruno e Lucilla i “seniores” del gruppo precisi e puntuali nel far rispettare la tabella di marcia. E che dire delle tavolate sotto il cielo del deserto per stemperare la fatica del viaggio, nel campeggio di Takerkiba a un passo dalle oasi che ci hanno ammutoliti, a Tripoli nel mercato del pesce e nella casa di Gadames dove, superate le resistenze iniziali, abbiamo salutato il vecchio anno e brindato al nuovo già così prodigo per noi! L’accoglienza calorosa e la cordialità, per niente scontata, di Leila la nostra guida libica hanno poi contribuito ulteriormente a farci sentire dovunque a nostro agio. La “gazzella del deserto”, come l’abbiamo soprannominata, con la sua passione ci ha introdotto nelle bellezze e nel fascino di una terra di cui lei stessa è rimasta stregata, facendocela amare. E un figlio di questa terra, Mahamoud discreto e sensibile ci ha accompagnato nel viaggio, fiero di condurci nella sua casa, e di farci partecipi degli usi e delle abitudini del suo popolo, i Tuareg. “Tecle!… Namsci!”, il richiamo mattutino che dava il via alle nostre esplorazioni ci risuona ancora nelle orecchie insieme alle note un po’ melanconiche e ripetitive della musica che Leila ci faceva ascoltare durante i lunghi trasferimenti tra una precisazione e un suggerimento. E non possiamo dimenticarci di Alì e del pacioso Zoer che ci facevano da battistrada e, ai posti di blocco, acceleravano la marcia della nostra “carovana gommata “; dei nostri autisti Tuareg, di Laguì, il capo e Barka il mattacchione, pronto al sorriso e pieno di gioia di vivere; dei cambusieri che ci hanno deliziato, anche attraverso la vista, con i loro piatti semplici e gustosi serviti in pieno deserto. Chi l’avrebbe mai immaginato! Li ricordiamo durante le pause, in cerchio accanto a un piccolo fuoco, intenti a celebrare il rito del tè. Sì, perché il tè scandisce qualsiasi momento della vita sahariana e, come dicono i Tuareg, “…. il primo bicchiere è forte come l’amore, il secondo è amaro come la vita e il terzo dolce come la morte….” Né possiamo tralasciare le città visitate, con il loro cuore pulsante, l’animatissima medina attraversata da un dedalo di vicoli pieni di negozi straripanti di merci; pervasa da profumi dolciastri e aromi piccanti e ritmata dal richiamo lamentoso del Muezzin che invitava alla preghiera. Le città antiche: Nalut, col suo granaio troglodita che dall’alto della collina, sull’altipiano del Jebel Nafusa, ci ha dato il benvenuto prima di iniziare la parte più spettacolare del nostro viaggio; Gadames la “ perla del deserto”, con le sue particolarissime abitazioni, sintesi di un perfetto equilibrio tra uomo e natura, Gharyan con le case a pozzo; e infine lo straordinario splendore di Leptis Magna e Sabrata, testimonianza di un grande passato di cui siamo orgogliosi eredi e riportate alla luce grazie al paziente lavoro di archeologi italiani che le hanno liberate dall’abbraccio silenzioso delle sabbia e del tempo. E si potrebbe continuare… ma ci fermiamo citando il museo della Jamahiriya nella piazza Verde di Tripoli e quello del Bardo di Tunisi ricchi, tra l’altro, di reperti storici del periodo romano e di splendidi mosaici che testimoniamo il gusto del bello tipico di una società in cui “l’ozio”, non com’è inteso attualmente, ma nell’accezione latina più corretta di tempo dedicato al pensiero, alla riflessione sulla vita, all’arte, alla musica, era considerato un valore. E forse di questo valore ci siamo, in piccola parte, riappropriati durante questo viaggio gustando lo scorrere lento del tempo e concedendoci il piacere di godere le bellezze di questi spazi, lontani dallo stress e dalla frenesia che contraddistinguono ahimè, il nostro abitudinario stile di vita!
Dopo tutto ciò aggiungiamo un quarto bicchiere alla cerimonia del te, quello della speranza che una simile esperienza possa ripetersi e magari vederci di nuovo tutti protagonisti.
Grazie Franca e Camillo per la vostra cortesia e disponibilità e … alla prossima!
Marilena e Mario
E-mail già pubblicata sul notiziario n. 3 maggio-giugno 2009
____________________________ o ____________________________
A Franca e Camillo con simpatia e gratitudine a ricordo di una viaggio entusiasmante!
DUNE DELL’ ADI AL HAYAT
Alture tondeggianti e creste sinuose dall’anima morbida che mutano rimodellandosi ad ogni passaggio. Forme antiche e sempre nuove padrone di uno spazio senza tempo attraversate da fantasmi senza nome.
Scherzosi refoli di vento si inseguono nell’aria sollevando innocui mulinelli. Nel naso, in bocca, tra i capelli la sabbia entra nella pelle. Scricchiola tra i denti!
Erti pendii che dall’alto disvelano nuovi incantevoli orizzonti e precipitano in ripide discese dove il cuore ruzzola col fiato sospeso e l’anima si scioglie nell’incanto.
Dolcemente ci scuotono le onde di questo immenso mare e improvvise affiorano gemme di zaffiro, lucenti e placide specchio di verdi tenere bellezze. Qua e là ombre dai contorni seghettati, palme cariche di penduli grappoli di dolce ambra cibo per popoli raminghi.
Sotto teli improvvisati, tra vecchi ruderi anime scure dagli occhi profondi, corpi flessuosi avvolti in gioiosi colori danzano e cantano la dolcezza del Tenerè.
Trafitture di tenerezza colpiscono il cuore! Marilena febb/09
JABAL AKAKUS
Inebrianti distese assolate tinte di impalpabile polvere ocra ricamate di creste sinuose, di bizzarri pinnacoli scuri, di cime irregolari gialle, rosa, ambra, di architetture ardite che sfumano nel cielo terso.
Silenzi popolati da arcaiche presenze in mute tracce rosse sulle rocce. Richiami ancestrali e musica di vento che si rincorre, si perde, pettina la sabbia e incide con estro eccentrico le pietre.
Nell’ansa di uno wadi, confuse fra le rocce scure, mute capanne di frasche nascondono l’inesauribile scorrere della vita compiuta ormai nella lentezza solenne del vecchio re, ma già rinnovata nel gioioso sorriso di un bambino.
E in questo tempo senza dimensione, noi. Prigionieri di un sortilegio Sbigottiti, gli occhi spalancati sull’apoteosi della natura! Marilena febb/09
AKAHUS piccole tracce di desiderio.
VIAGGIO IN LIBIA DAL 26 DICEMBRE 2008 AL 19 GENNAIO 2009
Abbiamo….. attraversato il deserto di sassi, a tratti orlato da dune sabbiose di mille colori e da montagne scure; oppure nero e piatto: là all’orizzonte ecco un miraggio acquoso. Ammirato i pertugi scuri degli antichi granai; i misteriosi vicoli bianchi e ombrosi dell’antica Ghadames, i laghetti salati di Ain Ad-Debanem dove affonda il cielo blu cobalto. Il sole al tramonto sulle dune ocra e rosa. Percorso l’Akakus fra rocce incredibili di infiniti colori, corrose dal vento dei secoli. Ammirato le pitture rupestri ed i graffiti di migliaia d’anni a.C. Forse l’origine dell’uomo è proprio in questi luoghi. Ascoltato le canzoni tuareg attorno ai fuochi e ascoltato il silenzio delle notti in tenda sotto la luna e le stelle. Ed ecco i laghi di Ramlat, incredibile visione fra i palmeti nelle alte dune sabbiose. Poi camminato a piedi nudi nella sabbia: che voglia di rotolarsi come bambini! Al ritorno l’ultima meraviglia: il deserto fiorito dopo la pioggia. Quindi le imponenti rovine delle antiche città romane sulla costa, lambite dal mare turchino. E’ tutto così immenso, così emozionante…………….è la Libia.
Grazie a Camillo e Franca che con grande passione hanno preparato questo viaggio, a Layla e Mahamoud per averci trasmesso il loro grande amore per il deserto.
Anna e Paolo |
Per contattarci » |
Telefono : 0039 3335965446
Mahmoud Akka
Djerba (Tunisia) e Tamanrasset (Algeria)
Email: mahakka73@hotmail.com
|
www.desertakakus.net |